La psicoanalisi presuppone che i sintomi siano l’espressione di conflitti intrapsichici inconsci.
La terapia psicoanalitica agisce prevalentemente su quelli che sono considerati i fattori predisponenti la patologia alimentare e il suo obbiettivo è quello di permettere il mantenimento dei risultati raggiunti attraverso l’analisi e la risoluzione dei conflitti interiori e delle problematiche interpersonali attraverso un lavoro di introspezione il paziente scopre ed analizza questi conflitti.
L’approccio psicoanalitico può essere utile nella terapia dei Disturbi Alimentari se le conseguenze fisiche e psichiche dei sintomi non sono tali da impedire il lavoro psicologico.
E’ consigliabile quindi solo una volta recuperato il peso, o migliorata la frequenza di abbuffate e vomito per poter affrontare i problemi psicologici sottostanti (rifiuto della femminilità, identificazioni problematiche con la figura materna, rifiuto del cibo come rifiuto della dipendenza e della sessualità, spinte verso l’autonomia).