Caratteristiche Psicologiche

Molte pazienti contano le calorie di tutto quello che mangiano, preparano sofisticate e ipercaloriche ricette non per sé ma per i familiari; inoltre in alcuni casi possono mettere in atto dei veri e propri “rituali” come impiegare tantissimo tempo per mangiare anche piccole quantità di cibo, sminuzzare il cibo in tante piccolissime parti, accumularlo o nasconderlo, oppure mangiare solo determinati alimenti cucinati in un modo particolare.

Molte anoressiche nonostante la magrezza evidente, sembrano incapaci di vedersi magre e hanno un’immagine corporea alterata. Anche la loro autostima è strettamente legata al peso e alla forma del corpo: la perdita di peso è considerata una conquista ottenuta grazie all’autodisciplina e al rigido controllo.

Le caratteristiche psicologiche più frequentemente descritte nelle pazienti con Anoressia Nervosa sono:

▪ depressione

▪ perfezionismo

▪ bassa autostima

▪ difficoltà interpersonali

▪ paura di crescere

 

Depressione

La perdita di peso e il digiuno possono, attraverso meccanismi biologici, favorire l’insorgenza di una depressione. La persona si chiude sempre più in se stessa e nella sua malattia, diventa sempre più irritabile, perde interesse per le cose che un tempo le piacevano e il contatto con gli altri a volte può diventare insostenibile. In questo contesto il digiuno o le crisi bulimiche, qualora ci siano, possono avere una funzione anestetizzante, un modo per impedire di pensare a ciò che fa paura. Spesso le persone con Anoressia Nervosa appaiono apatiche e indifferenti, come se non importasse loro nulla della condizione in cui versano, mascherando nella maggior parte dei casi la paura di entrare in contatto con le parti più intime di sé e il timore di non essere compresi.

 

Perfezionismo

Spesso chi soffre di Anoressia Nervosa si impegna moltissimo nello studio o nel lavoro. L’ambizione e la competizione spesso nascondono un’identità fragile che ha bisogno di continue approvazioni dagli altri e di dimostrare a sé stessi che si è capaci di riuscire in qualcosa, salvo poi non accontentarsi mai del risultato ottenuto: un voto alto o una lode sul lavoro non sono mai abbastanza. E’ per questo che si parla di perfezionismo “clinico”, e non “normale” perfezionismo.

Il bisogno di approvazione si estende, soprattutto nell’adolescente, anche sul corpo. Critiche da parte di altri ragazzi o banali prese in giro sul proprio aspetto fisico possono talvolta essere la “molla” per voler essere diversi e cominciare pericolose diete. L’ideale da raggiungere è un corpo perfetto, come quello visto in TV o sulle riviste, e per l’adolescente il proprio corpo sembra non essere mai abbastanza magro e mai abbastanza perfetto.

 

Bassa autostima

La mancanza di stima in sé stessi è un aspetto fondamentale nella comprensione e nel trattamento di un disturbo alimentare. Soprattutto durante l’adolescenza la stima di sé viene continuamente messa in crisi; le richieste da parte dei genitori o degli insegnanti, la ricerca dell’autonomia e lo sviluppo della sessualità favoriscono tale messa in discussione.

Avere una bassa stima di sé non solo costituisce un fattore di rischio nello sviluppo di un disturbo alimentare, ma ne costituisce un importante fattore di mantenimento. In molte pazienti anoressiche l’autostima e la sicurezza di sé possono derivare dalla capacità di controllare la fame, di digiunare e di perdere peso.

 

Difficoltà interpersonali

Spesso le persone che sviluppano un Disturbo Alimentare hanno già delle difficoltà a relazionarsi con gli altri e con la malattia i rapporti diventano ancora più tesi e problematici.

In altri casi, la malattia porta la persona ad isolarsi o a limitare i contatti allesemplici formalità. Gli altri possono essere vissuti con insofferenza ed irritabilità, non solo perché non “capiscono” il suo problema, ma perché possono osservare e giudicare il proprio corpo e l’aspetto fisico.

Non è infrequente che nei DCA si evitino situazioni sociali che hanno a che fare con il mangiare in compagnia, come andare in pizzeria o al ristorante, non solo perché ciò crea imbarazzo e disagio ma perché in questo modo si può continuare a mettere in pratica le pratiche alimentari diventate ormai una parte essenziale della vita della persona che soffre di Anoressia (digiuno, abbuffata, vomito).

 

Paura di crescere

La paura di crescere accompagna la maggior parte degli adolescenti.

Si passa da un tempo in cui si è totalmente dipendenti dalle cure dei genitori ad un’età in cui “bisogna” staccarsi e separarsi dalle figure genitoriali. Molto spesso la scontrosità, la rabbia e l’aggressività costituiscono una via, se pur tempestosa, per raggiungere l’autonomia. La paura di crescere è, in parte, la paura di abbandonare le certezze e il supporto dei genitori per andare incontro alle proprie scelte e mettere alla prova le proprie capacità in situazioni talvolta difficili.

A volte possono essere gli stessi genitori che, per proteggere i propri figli, tendono a svalutare le loro capacità o cercano di risolvere al posto loro qualsiasi problema.

Nell’Anoressia la paura di crescere può non manifestarsi con l’aggressività verso i genitori, ma con un rifiuto del cibo.